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Un Viaggio alla scoperta del Cambiamento
31
Ago
2012

Art For Sale, una nuova frontiera dello shopping

Le nostre abitudini di consumo si stanno modificando profondamente. L’imperativo del risparmio, complici la crisi e il dilagante fenomeno del crowdbuying, sembra essere oggi apparentemente l’unico driver capace di orientare le nostre scelte di consumo. Alla ricerca del deal più vantaggioso, spulciando newsletter e comparando offerte, siamo diventati professional shoppers sempre più scaltri. Farciti di coupon sempre in scadenza, forse stiamo finendo con il mortificare un po’quella componente estetica che deriva dalla meraviglia, dall’abbandono estatico all’esperienza di shopping, da cui molto dipende la memorabilità dell’esperienza stessa.

La buona notizia è che non tutto il mondo del retail ci sta a fare la guerra del prezzo, riducendo la propria offerta e ad una mera questione di pricing più o meno aggressivo. E in particolare nel panorama contemporaneo del retailing nazionale e internazionale sopravvive e continua a proliferare un trend che si esprime in direzione opposta. Noi lo chiamiamo
“Art For Sale”: una formula che allude alla contaminazione virtuosa in atto oggi tra retailing e arte, laddove quest’ultima, uscita dai luoghi istituzionali ad essa in genere deputati (gallerie, musei, fiere) sconfina sempre più spesso nei luoghi dello shopping, offrendo quel valore aggiunto capace di rendere sensazionale, emotivamente densa, un’esperienza di acquisto.

Ecco che allora il luogo del retail è interessato da un processo di estrema estetizzazione, ospita operazioni di mecenatismo avantgarde e sperimentazioni formali le più varie, per indurre nel visitatore un effetto “wow” dall’impatto forte e persistente. E’ progettato per stupire, per sedurre e per farlo costruisce la propria distintività su un’astuta ambiguità: i luoghi del retail che rientrano in questo paradigma, sono infatti spazi in bilico tra negozio e galleria d’arte che si trasformano in palcoscenici in cui mettere in scena le merci, innalzate allo status di opere d’arte. Merci spesso uniche, in tiratura limitata o frutto di processi produttivi antichi, rivolte ad una ristretta cerchia di connoisseurs che godono del loro possesso esclusivo, ma teso alla contemplazione estetica prima ancora che all’esibizione.

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