>
Un Viaggio alla scoperta del Cambiamento
27
Set
2017

Gastronomia Yamamoto

Di ristoranti giapponesi e cinesi mascherati da giapponesi Milano è piena, così ho deciso di andare alla scoperta di Gastronomia Yamamoto alla ricerca di qualcosa di diverso.

La sua posizione mi ha conquistato in quanto la Gastronomia si trova, non solo nel cuore di Milano, ma in via Amedei a due passi da Piazza Sant’Alessandro, dove regna un’atmosfera che porta indietro nel tempo: palazzi rinascimentali con cortili mozzafiato, una chiesa barocca ed imponente, la facoltà di lingue dell’università Statale i cui studenti sono soliti sedersi sulle scalinate della chiesa.

Gastronomia

All’interno di un palazzo del ‘700 la gastronomia si impone sulla strada con numerose vetrine dove svetta fiero il logo Yamamoto, un Duomo stilizzato all’interno di una ciotola da ramen.
All’ingresso, si rimane subito colpiti dai soffitti altissimi e dai cassettoni in legno a vista, oltre che dal bancone in legno scuro dove si possono vedere i piatti del giorni da portare via o da mangiare sul postoe un vaso di fiori sapientemente disposti, come vuole la tradizione giapponese dell’ikebana.

Giapponese

Il pavimento di un giallo brillante richiama il tessuto del tatami e fa quasi venire voglia di togliere le scarpe.
Superato il bancone, vi è un lungo corridoio che fa intravedere una sala più grande che termina con la cucina a vista, in un gioco di pannelli che richiamano le pareti, shoji, delle case tradizionali nipponiche.
Schermata 2018-11-21 alle 17.46.43
E dopo l’osservazione, è arrivato il momento di testare la cucina, che offre piatti semplici che in Giappone si possono trovare nelle panetterie, nei gastro-bar, ma soprattutto sulle tavole di casa.
La fondatrice, Aya Yamamoto, vuole infatti ricreare l’atmosfera familiare e calma della casa dei suoi nonni a Yokohama e far capire ai suoi clienti come si mangia a casa di un giapponese.
Aya mi ha spiegato che questo luogo è il prodotto di quasi due anni di ricerca, studio e osservazione di gastronomie italiane, giapponesi e di ristoranti come Ottolenghi a Londra, dove quando entri ti viene voglia di mangiare tutto.
Il progetto nasce dalla volontà di raccontare, attraverso uno staff preparato e appassionato, la bellezza e la bontà del cibo giapponese, anche a chi inizialmente è scettico di fronte a culture diverse.
Yamamoto
Forse nessuno si aspetterebbe di mangiare un panino e invece il katsu sando, piatto forte della gastronomia, è proprio un sandwich con cotoletta di maiale impanata e salsa tonkatsu ottenuta dalla fermentazione di frutta e verdura, ma nemmeno si aspetterebbe di rimanere estasiato da un semplice riso bianco accompagnato da cotoletta di maiale e salsa al curry. Un altro piatto di punta è l’hijiki no nimono, un’alga cotta con tofu fritto e verdure.
Food
Anche le bevande sono interessanti: ho assaggiato la birra artigianale Echigo, che è fatta con acqua giapponese in quanto è l’unica in Italia importata direttamente dal Giappone e a fine pasto invece, ho provato l’Umeshu, il liquore di prugne, offertomi come elisir di bellezza e anti stress.

 Sta forse terminando il primato del sushi e del sashimi come unici protagonisti della cucina giapponese?

Leave a Reply